Donne e Arte – p.1

Concedetevi un paio di minuti. Guardate questo dipinto e chiedetevi cosa vi lascia. Poi, proseguite la lettura.
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Lui è Bruto, un acrilico su tela (50×60 cm). In basso a destra, c’è Alice. Una giovane donna dalle dita sottili, fini e lunghe che mi hanno ricordato le gambe delle ballerine della Scala. È Alice che con quelle dita dipinge quello che vede, da una vita. Da 26 anni, su per giù.

Mi dice che “è la prima volta  che faccio una cosa del genere”. Eppure se l’è cavata egregiamente. Si dice che per poter commentare un’opera, bisogna conoscere la vita dell’artista e non mi basta certamente qualche ora in un caffè di Ponte Milvio per conoscerla. Sono giunta ad una conclusione, forse affrettata chissà: è una piccola donna, nella quale si concentra una forza e una passione che non ti aspetti, quando racconta ti senti invaso pienamente da questo amore per i colori, la rappresentazione, l’arte e gli animali che quasi non capisci più niente e ti sembra sciocco quello che fai.

Scopro, parlando con lei, che è diventata la sua professione. Alice è una delle fortunate che è stata in grado di far coincidere il suo lavoro con ciò che ama fare. Alice si alza, magari in tarda notte, prepara la bozza, fa uno schizzo, magari dipinge. E poi dorme. Alice è libera.
“Sono riuscita ad unire quelle che sono le mie due grandi passioni, il disegno e la pittura, l’arte e i cani”. Non ha frequentato corsi o licei artistici: “ho fatto il classico per seguire le amiche, e mi hanno pure bocciata, figurati”.

Mentre parliamo e mi racconta un po’ di questa sua storia, gira lo sguardo verso l’interno del locale, e mi dice una cosa davvero interessante, almeno secondo me: “la gente è diventata matta per i cani, io per prima, mi chiedono tele di dimensioni grandi, più di un metro, ma sono sempre cani”. Eppure li dipinge e li ama, definendosi una canara, di quelle fastidiose – aggiungo io – che potrebbe parlare solo di cani. Resta con i piedi a terra insomma.

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Vizsla, acrilico su tela, 60×60 cm

“Alla fine questo mi permette di incontrare persone come me, che amano i cani e questo mi da un sacco di soddisfazione”.

Di ogni cane che dipinge, vuole sapere la storia “è importante per la produzione di un quadro”.

Alice non dipinge solo un animale, ne raccoglie l’anima senza toglier nulla a nessuno. La Canova dei giorni nostri, che permette a chi osserva di instaurare un dialogo che ferma il momento e lo trasmette nel tempo.

Sono cose, queste, quasi ovvie. Giudicate voi la capacità di questa ragazza che all’età di 26 anni organizza la sua prima mostra. A partire da domani infatti, con il supporto di Vertecchi, Alice espone alcune delle sue opere (in totale circa 250) https://www.facebook.com/events/599887260167537/

Non ha ancora un sito internet eppure questa ragazza viene contattata da ogni parte del mondo. Se le opere non attraversano l’Oceano è solo per gli alti costi delle spedizioni, motivo per il quale ci si muove per lo più in Europa https://www.facebook.com/Alipaintings/ .

Non solo acrilico su tela, ma anche tecnica mista. Un lavoro accurato, minuzioso, eppure così semplice per lei.

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Basset hound, tecniche miste su tela (100×100 cm)

Ce ne è uno, in particolare, per il quale impazzisco. La dolcezza dei suoi occhi è la stessa che si ritrova in quei momenti.

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Bruno, acrilico su tela (50×50 cm)

La stessa che nonostante l’impegno preso con queste creature, ci fa fare un sospiro e dire si, ok, ora mi alzo e usciamo, anche sotto la pioggia. Non solo dipinge le loro anime, ma ci lascia dentro l’amore e il calore che gli animali danno a noi.

“Hai mai pensato di fare eventi come raccolte fondi?”

“Come no, come no se ci ho pensato, però per adesso ho fatto semplicemente donazioni, scrivendo che magari una parte  del ricavato di questo quadro è andata all’Associazione X. Mi piacerebbe farlo, ma non ho ancora le mie certezze finanziare, perché se dico lo faccio, poi non posso dire non ho guadagnato abbastanza e cambiare idea. Dovessi avere successo tanto da avere una certezza economica, una piccola parte sono decisa a darla a quelli che potrebbero essere i canili di Roma o altre Associazioni”.

“Cane e padrone insieme. Richieste?” “Tante, tantissime, ma è una cosa che non mi piace  ritrarre le persone. Penso che non le farò mai. Secondo me perde, lo trovo forzato”. E in stile ritratto di famiglia, “ti deve ispirare simpatia, quando lo guardi ti deve venire un sorriso” .

“Non ti sei mai stancata?”

“No, per ora no. No, no, può capitare un momento in cui non ti va, ma mai stancata“.

Iniziato per caso, con un collare di pelle inciso a mano, la primissima esposizione la fa per il negozio Tech it easy in chiave pop, mantenendo quel filo di leggerezza che fa dei ritratti degli animali di Alice Fois qualcosa che va ben oltre il semplice dipinto.

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Ylenia Del Giudice

 

 

Riscoprire l’artigianato – p.1

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In una società dove tutto è industrializzato, c’è ancora qualcuno che con le mani ci lavora davvero. Qualcuno di giovane, senza ancora la frezza argentea e che sicuramente ha ancora da imparare per migliorarsi. Qualcuno che ci mette impegno e anche un po’ di cuore nel fare quel che fa, c’è. E studia, lavora e viaggia in treno tutti i giorni.

Non sono una giornalista, non ho un giornale online e non sono famosa. Ma so che c’è sempre qualcuno che legge, magari dando quella famosa letta veloce, scorrendo nel tentativo di trovare qualche informazione interessante. La cosa interessante sta proprio qui, in questa ragazza e in quelle che sono le sue mani con le quali crea piccoli monili. Giulia.

Conosciuta per caso su Facebook, mi imbatto in questi suoi piccoli gioielli. È poco prima di Natale, c’è chi corre a fare regali nei negozi (e dunque a litigare, a sbuffare, a fare file chilometriche per una sciocchezza) e poi ci sono io, che da un paio di anni ho perso il gusto di uscire e fare tutto ciò per qualcuno e mi limito a spendere quel tempo comodamente seduta su uno sgabello verde della cucina. C’è da impazzire. I modelli sono tanti, vari e diversi fra loro e, cosa più importante, puoi scegliere.

Il bello dell’artigianato è proprio questo. Ti permette di scegliere quello che vuoi e come lo vuoi. Acquisto un po’ di tutto da lei. Premiare chi si mette di impegno, chi sceglie di fabbricare qualcosa con le proprie mani, secondo me, va premiato. Così come gli artigiani di una volta, Giulia prende le materie prime e le trasforma.

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E così per tutto il giorno, in ogni attimo libero. Ci sono storie che vanno raccontate a volte per il solo gusto di farle conoscere, altre anche perché lo meritano davvero.

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Questa è una piccola opera, due anelli di cui uno fatto in una pausa caffè.

Perché ha iniziato a circondarsi di fronzoli perline e di una scrivania sottosopra? Un po’ come tutte noi, ha ceduto al momento riflessivo che solo una storia a distanza può regalare. Occupiamo il tempo raccogliendo chincaglierie tra mercatini e oggetti smontati in casa, insomma. E così come una ciliegia tira l’altra, in questo caso le perline hanno avuto il sopravvento, al punto da invadere totalmente la sua scrivania.

La soddisfazione però non deriva dal complimento, da chi dice quanto sei brava bella e balli bene, perché per chi come lei è Artigiana (tratto dall’Enciclopedia Treccani: artigiano s. m. (f. –a) e agg. [der. di arte].  1. s. m. Chi esercita un’attività (anche artistica) per la produzione (o anche riparazione) di beni, tramite il lavoro manuale proprio e di un numero limitato di lavoranti, senza lavorazione in serie, svolta generalm. in una bottega.) la soddisfazione arriva per altre vie, più profonde ed elaborate.

“Le ottengo non tanto per i complimenti che mi fanno, quanto piuttosto per quanto la gente mi compra, ma non per un fattore remunerativo, ma perché vuol dire che quello che creo piace anche alle altre persone che acquistano e indossano le mie creazioni“.

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Non sempre è tutto rosa e fiori come la collana però: “La cosa più brutta che mi è capitata? Forse che le persone non comprendano realmente quanto sia prezioso l’oggetto artigianale che poi viene creato e di conseguenza che ti chiedano gli sconti” . A proposito di questo, cito letteralmente un pensiero espresso in merito dalla stessa Giulia, sulla sua pagina Facebook: Quando compri qualcosa di artigianale, non compri un semplice oggetto, compri centinaia di ore di esperimenti e fallimenti, prove.
Compri giorni, settimane e mesi di frustrazione e momenti di pura gioia.
Non stai comprando un oggetto, ma un pezzo di cuore, una parte dell’anima, un momento di vita di qualcun altro.
Compri dall’artigiano il tempo impiegato per fare quello che è la sua passione e il tuo piacere”. 

Detto questo, lascio a voi i commenti. E lascio a voi anche i link di riferimento per scoprire questa studentessa lavoratrice e artigiana.

http://www.celestialcollection.it
https://www.facebook.com/CelestialBigiotteria/?fref=ts

Y.

Info Municipio VII – Come sopravvivere alla giungla comunale

Manuale del buon cittadino 

 

 

  1. Documentare ogni problema tramite fotografie/video da poter inviare tramite mail agli enti competenti;
  2. Prendere nota di giorno, ora e luogo specifico, apponendo nella segnalazione la via e il numero civico;
  3. Segnalare il problema non solo alla nostra segreteria, ma anche e soprattutto al comune di Roma, al Municipio di competenza e alle società che si occupano di questi servizi;
  4. Segnare il codice della telefonata che fate (sembra sciocco, ma potrebbe servire per fare reclami) e il numero di protocollo della pratica che nuovamente andrà aperta.

Suddivisione delle competenze da parte delle società e del municipio

  1. AMA – Erba incolta su strade e marciapiedi (escluse le aree verdi come i giardini), sporcizia, immondizia e cumuli lungo le strade o nei pressi dei contenitori (sia quelli grigi, sia quelli per la differenziata, che quelli verdi). N.B. Se il secchio è vuoto e l’immondizia è posta accanto, la risposta che otterrete sarà “se il secchio è vuoto e la gente butta i sacchi fuori, non possiamo farci nulla”. Non scoraggiatevi. Il secchio poteva essere pieno e di conseguenza il sacchetto potrebbe esser stato adagiato in prossimità del suddetto secchio. Ricordo comunque che nel caso in cui ci fosse possibilità, l’immondizia si butta dentro, non accanto;
  2. SERVIZIO GIARDINI – Strano ma vero, esiste. E si occupa del taglio dei tronchi, della potatura degli alberi e della pulizia dei giardini. È un servizio purtroppo che risente, così come l’AMA, di alcuni tagli del budget e di conseguenza il servizio ne risente;
  3. MUNICIPIO – A quanto mi risulta dall’ultima telefonata al Servizio Giardini, il MUNICIPIO è l’organo competente per sradicare le radici degli alberi che invadono i marciapiedi.

Burocrazia non ti temo

 

  1. La prima telefonata da fare è quella al Comune di Roma allo 06 06 06 per fare le prime segnalazioni in merito alla pulizia, all’erba incolta e che cresce a dismisura e alla quantità di tronchi/radici/rami che invadono marciapiedi. Come consigliato sopra, prendete sempre il numero della telefonata o dell’operatore e nell’eventualità, I numeri dei protocolli delle segnalazioni;
  2. La seconda è all’AMA -riporto la dicitura e le informazioni che appaiono anche sul sito- Per informazioni e segnalazioni sul servizio di pulizia delle strade e di raccolta differenziata dei rifiuti, per preventivi per i servizi a pagamento, per denunciare discariche abusive o siringhe abbandonate, per la consegna di rifiuti ingombranti nelle isole ecologiche

 

  • Linea Verde 800 867 035 dal lunedì al giovedì dalle ore 8.00 alle ore 17.00 – il venerdì dalle ore 8.00 alle ore 14.00 (no festivi)
  • Esclusivamente per le emergenze, negli orari di chiusura di Linea Verde, chiamare la sala operativa 06 5169.3339 – 06 5169.3340
  • Link per la segnalazione online (dovete registrarvi) http://www.amaroma.it/login/?dest=%2Fmoduli%2Fdillo-ad-ama%2F
  1. La terza telefonata è da fare al SERVIZIO GIARDINI, del quale non sono riuscita a reperire un numero di telefono differente da questo: 06.6710.5457 (Ufficio Informazioni).

Ricordo a tutti che le segnalazioni NON DEVONO ESSERE ANONIME!!!

Pioggia d’oro al Quirinale – Il Moscato Wine Festival in Tour

Avete presente quando non avete idea di come iniziare? Io ce l’ho ben presente in questo momento. Prima degustazione di vini alla quale partecipo con l’intento di trarne qualcosa di buono e di qualità, al di fuori di qualche decina di calici di vino.

A destra: L'Intenditrice A sinistra: L'Astemia che assaggia Moscato
A destra: L’Intenditrice
A sinistra: L’Astemia che assaggia Moscato

Per chi non avesse seguito questo appuntamento, ci troviamo a Roma, nell’ Hotel Quirinale, in una ennesima calda serata di Luglio. E non è una degustazione semplice questa. Non bisogna esser bravi solo a tenere fra le mani il calice, il Parmigiano Reggiano e il cannolo siciliano. Non bisogna essere bravi ad assaporare e fantasticare di vigneti per molti sconosciuti, per altri comuni. Questa volta bisogna liberare la mente, lascia fuori pregiudizi e idee consolidati nel tempo da etichette che nulla hanno a che fare con quelle delle bottiglie.

Stiamo esplorando e conoscendo il Moscato Wine Festival In Tour, realizzato dall’associazione GoWine e dal suo Presidente, l’avvocato Massimo Corrado (http://www.gowinet.it).

Una sala riservata a 57 varietà di Moscato provenienti da tutta Italia, maggiormente dal Piemonte, con ben 18 bottiglie figlie dei vigneti di Asti.

Un vino bianco, con caratteristiche dolciastre e in genere dal color giallo paglierino che lo rende, per fortuna o per sfortuna, il tipico “vino da donna”. Etichetta tutto sommato piacevole. Un vino intenso, con retrogusti carichi e mille sfumature. Bisogna andare oltre però, bisogna guardare oltre e soffermarci sulle immagini che ci rimanda ogni sorso di Moscato.

Da matricola quale sono in questo nuovo contesto, l’attenzione è stata attratta dal Moscato “Apianae” del 2011, dall’azienda Di Majo Norante di Campomarino. Siamo nel Molise. Osservavo il suo colore, non più paglierino ma color oro, con sfumature ambrate che conferiscono una brillantenza molto particolare. Respirando il vino, si sentono i fiori d’arancio e il gusto monoflorale del miele, che ho scoperto essere quello di zagare. Fresco e come deve essere un Moscato, intenso. Nonostante il primissimo impatto con la dolcezza del miele e dei fiori, ci si accorge presto che il sapore di moscato è li, dietro l’angolo.

Scendendo ancora un po’, mi sono fermata in Sicilia, con un “Kabir” del 2013, dall’azienda Donnafugata di Marsala. Parliamo di un Moscato di Pantelleria. Lo Zibibbo, in questa annata, ha una carica veramente aromatica rispetto alle precedenti. Se il precedente aveva un gusto moflorale, qui ritroviamo invece una vera e propria esplosione floreale e fruttata. Il melone e la scorza d’arancia, seguiti dalla rosa, dominano questo calice. La gradazione è contenuta e questa sua caratteristica lo rende il candidato migliore, a parer mio, per servire il Kabir anche prima di cena, magari davanti un tramonto siciliano, tra l’oro dell’arte bizantina di Pantelleria, l’oro del sole e quello del buon Moscato.

Risalendo verso nord, mi sono persa nei profumi e nel colore dei “Colli Euganei Fior d’Arancio Spumante” del 2014, dell’azienda Ca’ Lustra a Cinto Euganeo. È una gioia per il palato e per gli occhi. Un giallo paglierino reso più consistente dalle sfumature dorate. Ricordo che ho pensato che già al primo sorso sembrava di assaporare l’uva. E così è. Quel gusto deciso e morbido di uva accompagnato dalla dolcezza del suo odore. Un perfetto equilibrio di una rarità incredibile.

Dirigendoci verso il Piemonte, il Prunotto è forse fra i più coinvolgenti delle diverse varietà che il Moscato d’Asti ci offre. Anche in questo ritroviamo quel miele, quello d’acacia, che conferisce un sapore dolce e leggermente acido ed un aroma vanigliato, proprio come quello del miele. Resta piacevole e fresco sia per gli occhi che per la bocca.

Con il tempo e l’inesperienza si è perso quel coraggio di bere un buon vino senza essere prigionieri di sciocchi preconcetti e storie tramandate da generazioni di nonne alle quali veniva regalato il Moscato solo perché “da donna, troppo dolce”. Impariamo ad avere il coraggio di ammettere che, a volte, ci si può sbagliare.

GoWine ci ha dato la possibilità di riscoprire il Moscato in tutte le sue forme, permettendoci di viaggiare restando fermi, osservando un calice di vino che brilla sotto la luce, che ricorda Zeus tramutato in pioggia d’oro su Danae del celebre dipinto di Tiziano Vecellio.

Y.

Pedine – Play the Man

safe_image    Figli di una speculazione. Figli di un mercato sinonimo di aspettative che si formano liberamente. Figli vittime di una guerra invisibile combattuta su terreni già fragili. Gli stati membri dell’Unione Europea e la Grecia, la forte penisola Ellenica inginocchiata davanti al potere di soldi e banche e istituzioni che non sono state in grado di proteggerla. Una UE priva di forza e di coesione, guidata da una Germania troppo forte per essere contrastata.

Tutto nasce tra il 2009 e il 2010, quando Fitch declassa il rating Greco a BBB+.

La stessa agenzia, pochi mesi dopo, ci ripensa, portando il rating a BBB-, con un occhio negativo.

Dov’è l’Unione Europea nel frattempo? A Bruxelles, a studiare e discutere un primo “piano Marshall” che inevitabilmente, con il cambio di rating in pochi mesi, ha subito un aumento dei costi. Il mercato comincia così a distruggere la Grecia senza che nessuno intervenga perché troppo impegnati a creare un antivirus. Ma questo virus inevitabilmente cresce e si espande e diventa più forte e aggressivo, al punto che la Standard&Poor’s, per non restarne esclusa, abbassa il rating Greco da BBB+ a BB+ aggiungendo l’etichetta di Junk Bond.

A questo punto la stampa e i media colgono la palla al balzo, dando enormi responsabilità a quell gruppo di Stati che di unito e europeo non ha nulla, se non la stessa moneta. Da questo lavoro e da questo interessante “piano Marshall” contemporaneo per salvare uno Stato le cui morti non sono per bombe o armi da guerra, dipende la sopravvivenza della Grecia e dell’intera Europa.

Dove sta questa Europa quando nel 2011 Fitch declassa la Grecia ufficializzando l’etichetta di Junk Bond?

Ancora una volta è a Bruxelles. A discutere di come la somma non basti più per questo ennesimo declassamento.

A questo punto, la stampa, e nello specifico “Il Sole24Ore”, propone un titolo senza possibilità di varie interpretazioni: “Chi attacca il Rating non ha capito la crisi”. Si legge poco dopo, nell’intervista fatta al president di Standard&Poor’s, che “le nostre pagelle non distruggono gli stati”. In sostanza, la colpa è dei governi che hanno permesso tutto questo.

Non sembra esserci pace per questa Grecia malata. Pochi mesi dopo, sempre nel 2011, altro cambio di rotta e ancora una volta si declassa, da Moody’s a Ca e il Fondo Monetario Internazionale non perde un secondo – si sa, il tempo è denaro – per dare la propria opinione su questo paese che peggiora ed è in difficoltà perchè “non sta seguendo alla lettera i piani di riassetto dei conti pubblici impost dalla Troika”. La Grecia si ripiega su se stessa come uno stomaco con i crampi ma nessuno sembra preoccuparsene.

Per uscire da questa crisi – che in greco significa discontinuità – I debiti sovrani devono essere riassorbiti gradualmente ma in un periodo breve di tre o quattro anni. L’inflazione sarà una scelta commune e inevitabile. A quel punto l’assestamento basato sull’inasprimento delle imposte, il disagio sociale e sul taglio delle spese sarà ancora più complesso

Questo virus che è la speculazione attacca i fondi sovrani europei, ovvero la struttura finanziara dell’Unione, attraverso gli Stati che ne fanno parte. Tramite loro cerca di arrivare e colpire la Banca Centrale Europea, il cuore di questa Unione Europea, l’unico ente veramente autonomo, federale ma anche privo di protezione

L’Europa, però, è ancora lontana dall’essersi data una struttura federale e politiche comini, unificate davvero. La speculazione ha interesse ha bloccare qualsiasi sviluppo e crescita dell’Unione. L’ideale è che il mercato sia regolato il meno possibile e che il potere economico nei suoi aspetti finanziari, sia il solo a dominare.

A questo punto, però, dov’è l’Unione? Ancora a Bruxelles? No. L’Unione è assente, è li con lo sguardo vitreo e vuoto. Non reagisce e non sembra comprendere il vero significato dell’avere una vision europea unitaria.

Y.

Festival della Letteratura.Roma 2015 – Literature Festival.Rome 2015

Si legge sempre troppo poco. I libri e le librerie sono piene zeppe di gente che vaga come anime in pena. Ora costano troppo, ora non ci sono più ristampe, ora non abbiamo tempo ed ora l’offerta e lo sconto sono scaduti. In più non si ha tempo per leggere.

Questa volta però il Roma Capitale ha preso una strada Internazionale  – non siamo in grado di avere mezzi pubblici in linea con il resto del mondo, ma questi eventi quanto ci attraggono! – e ci propone 20 giorni di letteratura. Ogni giornata caratterizzata da presentazioni e letture di alcuni brani, tutti divisi per grandi temi.

Gli accessi sono liberi fino ad esaurimento posti, come sempre. Il che mi porta inevitabilmente a pensare che le prime dieci file saranno occupati da signori e signore anziane li per assistere un nipote un cugino o un vicino di casa e poter commentare poi tutto il corredo del poveretto. Porterò nel mio zainetto di Dora un po’ di pazienza e tenterò l’impresa. Un po’ come quel primo mercoledì del mese al Palazzo delle Esposizioni dove la fila arriva fin sopra Piazza della Repubblica.

Gli eventi si alterneranno tra Piazza del Campidoglio, Casa delle Letterature e Villa Bonaparte. 

— APPUNTAMENTI DI QUESTA SETTIMANA —

  • Lunedì 15 giugno ore 19.00 – CASA DELLE LETTERATURE, piazza dell’Orologio n. 3
    #POETI NEL MONDO
    Programma Europeo VERSOPOLIS – Omaggio a DARIO BELLEZZA
    La piattaforma è inserita nel programma Europa Creativa e riunisce i principali Festival di Poesia d’Europa, coordinata dalla casa editrice slovena Beletrina.
    Il progetto, a cui il Festival Letterature da quest’anno aderisce, sarà presentato da Anja Kovac che introdurrà anche le letture delle poetesse slovene Kristina Hočevar Stanka Hrastelj Katja Perat.
    Nella seconda parte dell’incontro i poeti Silvia Bre, Nicola Bultrini, Biancamaria Frabotta, Renzo Paris, Elio Pecora, Antonio Riccardi, Alberto Toni, Valentino Zeichen, renderanno omaggio al poeta romano Dario Bellezza (1944 – 1996)
    In collaborazione con l’Ambasciata Slovena e con la rivista VIVA
  • Domani sera, Martedì 16 giugno ore 21.00 – PIAZZA DEL CAMPIDOGLIO
    #RELAZIONI
    EDMUND WHITE – DAŠA DRNDIĆ – NICOLA LA GIOIA – LOLA SHONEYIN
    Letture di testi inediti
    Musica Pasquale Laino (sax) Riccardo Manzi (chitarra) e Vittorino Naso (percussioni)
    In collaborazione con John Cabot University, Ambasciata degli Stati Uniti d’America in Italia, American Academy in Rome, Premio Gregor von Rezzori
  • Mercoledì 17 giugno ore 19.00 – CASA DELLE LETTERATURE, piazza dell’Orologio n. 3
    #CENSURE
    Presentazione del volume fotografico di Ileana Florescu Libri Prohibiti, Castelvecchi editore. Libri censurati dal Santo Uffizio (1559-1948) con lettura di citazioni tratte dai capolavori della letteratura italiana e straniera messi all’Indice dall’origine sino ai nostri giorni.
  • Giovedì 18 giugno ore 21.00 – PIAZZA DEL CAMPIDOGLIO
    #MEMORIE
    DANY LAFERRIERE – CONCITA DE GREGORIO – BINYAVANGA WAINAINA
    Letture di testi inediti
    Lucrezia Lante della Rovere introduce gli autori stranieri
    Musica Madya Diebatè (kora) e Vittorino Naso (percussioni)
    In collaborazione con American Academy in Rome

Con la speranza che si riesca a godere di questi spettacoli.

Y.

Cafè Settembrini

Mezza tazza di tisana - Half cup of infusion

“Soltanto mezza tazza grazie!” recitava Oreste.

Io ne prendo una intera però per dormire. Con la speranza che serva a qualcosa, che la Valeriana e la Camomilla non abbiano ancora fatto assuefazione. La finestra della stanza è aperta, il cicalio che viene da fuori mi ricorda che fa caldo. Effettivamente non ci penso se non l’ascolto. Luce accesa come fossero fari puntati sul viso a ricordarmi che è sabato sera e tu sei a casa da sola col jazz che suona e la tua sigaretta sempre accesa. Devo smettere di passare i weekend così, e puntualmente ci ricasco.

Buone e vecchie abitudini. Da provare non solo le tisane della buonanotte come servono ad una ventiseienne scaduta, ma anche il tè di Settembrini. Il suo Cafè con la libreria annessa e lo spazio interno ed esterno è sicuramente una buona abitudine da assumere.

http://viasettembrini.com/cafe/

In alternativa, la Camomilla a casa mia andrà benissimo.

Y.